Terapia Chetogenica  - diete VLCKD 

26.10.2018

Che cos'è la dieta Chetogenica? In cosa differisce dalla dieta Ipocalorica Classica? Fa male alla salute? Sono tutte domande legittime che mi sento rivolgere ogni qual volta propongo questo tipo di dietoterapia. Vediamo di fare un po' di luce sul tema.

L'uomo, sin dall'inizio della sua comparsa sulla terra, ha sviluppato competenze metaboliche fortemente influenzate dalle condizioni di vita, dalle disponibilità energetiche e alimentari dell'epoca in cui ha vissuto. Le caratteristiche dell'alimentazione sono rimaste pressoché invariate nel periodo compreso tra 2milioni di anni fa e 8.000 anni fa (periodo paleolitico e mesolitico - periodo dei cacciatori e dei raccoglitori nomadi), nonostante le modificazioni climatiche.

Circa 8000 anni fa, con la rivoluzione agricola, l'uomo è passato da una condizione di cacciatore/raccoglitore nomade, condizione che è durata quasi 2 milioni di anni, a quella di agricoltore/allevatore stanziale.

Nella pratica si è passati da una condizione di: alternanza di elevata/scarsa disponibilità di cibo, con periodi di necessario digiuno; necessità di gestire la giornata prevalentemente in funzione della ricerca di cibo; ciclica assunzione di elevate quantità di proteine di origine animale in caso di caccia fruttuosa, con contenuto di grassi medio-basso (solo animali selvatici), da consumare in pochi giorni; apporti giornalieri medi stimati di circa 70-80 g di proteine e 1.800/2.000 kcalorie; grassi non superiori al 20% delle calorie totali; scarsità di carboidrati, zuccheri semplici praticamente assenti; apporto di fibre molto elevato; ad una condizione di costante disponibilità di cibo sempre più ricca in grassi e zuccheri e via via nel tempo sempre più povera in fibre e proteine.

Le cosiddette "paleo-diete", le diete chetogeniche fortemente ipocaloriche VLCKD e alcune diete "commerciali" come l'Atkins, condividono quindi il recupero di capacità metaboliche sviluppatesi nel periodo precedente la comparsa dell'agricoltura. Il metabolismo dei corpi chetonici negli esseri umani è stato sfruttato per alimentare il cervello durante periodi di carenza di cibo. 

La Terapia Metabolica Chetogenica, pur essendo un protocollo alimentare all'avanguardia, ha delle origini molto antiche: risalirebbe infatti agli anni '20 l'utilizzo della dieta chetogenica e del suo protocollo classico nel trattamento di alcune patologie, in primis per la cura dell'epilessia infantile.

Con il dottor Atkins nel 1970 la dieta chetogenica è divenuta più popolare. Si tratta di una Dieta a BASSO CONTENUTO GLUCIDICO, che punta a soddisfare le richieste energetiche soprattutto attraverso grassi e proteine, ma con una percentuale di grassi notevolmente ridotta rispetto alle prime diete chetogeniche.

La Dieta Chetogenica ha fatto la sua comparsa "ufficiale" nel trattamento dell'obesità morbigena a partire dagli anni '70 negli Stati Uniti. Negli anni '90 il protocollo Very Low Calorie Ketogenic Diet VLCKD fu adottato presso l'Ospedale John Hopkins di Baltimora. L'ADI, Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica, nel 2014 ha proposto la Dieta Chetogenica come terapia per l'obesità, oltre che per una serie di altre patologie su base metabolica.

Dopo quasi cento anni si continuano a studiare le applicazioni della Dieta Chetogenica in medicina, a conferma della sua grande validità nella cura e prevenzione di diverse patologie.

Il pensiero comune dice che: La chetosi è una malattia; le proteine fanno male perché danneggiano fegato e rene, ma degli amidi e degli zuccheri nessuno dice mai nulla?

La chetosi è uno stato metabolico in cui vengono prodotti i 3 corpi chetonici: Acetone (quello che viene eliminato attraverso il respiro) il 3-idrossibutirrato BHB (eliminato con le urine) l'acetoacetato AcAc (il più presente in circolo). Nella Terapia Chetogenica i Corpi chetonici sostituiscono il glucosio come nutrimento per quegli organi che riescono a sfruttarli in quanto tali. Il fegato e il principale organo produttore di corpi chetonici. Il muscolo scheletrico e il rene preferiscono i corpi chetonici e i grassi al glucosio. Il cervello non può usare gli acidi grassi come nutrienti alternativi al glucosio perché la loro struttura impedisce loro di poter attraversare la barriera ematoencefalica, ma si adatta perfettamente ad utilizzare i corpi chetonici. Per l'adattamento il corpo impiega circa 70 ore tempo necessario affinché le quote di corpi chetonici in circolo raggiungano i valori utili: in condizioni normali la concentrazione dei corpi chetonici e < 0.3 mmol/l mentre il glucosio e approssimativamente 4 mmol/l. I corpi chetonici cominciano ad essere impiegati dal cervello quando la concentrazione raggiunge 4mmol/l. L'ossidazione dei corpi chetonici è cruciale per metabolismo energetico nei tessuti extraepatici in molte situazioni compresi: il digiuno, la fame, il periodo neonatale, il post-esercizio fisico, la gravidanza e le diete a basso contenuto di carboidrati. Oltre a servire come combustibile per tessuti extraepatici come il cervello, il cuore o il muscolo scheletrico, i corpi chetonici sono anche segnali modificatori della post-traduzione proteica e modulatori di infiammazione e stress ossidativo.

E' logico pensare che un'alimentazione che porta alla chetosi provochi acidità e di conseguenza chetoacidosi. Ricordiamo tuttavia che il metabolismo di per sé produce sostanze acide che regolarmente vengono tamponate ed eliminate dal corpo in quello che si chiama Equilibrio Acido-Base Tessutale.

In condizioni fisiologiche esiste un'Omeostasi dei corpi chetonici come per il glucosio. Proprio le quote minime di carboidrati introdotte nella terapia chetogenica (30-50 g/die) fanno si che venga garantita l'omeostasi dei corpi chetonici ossia la loro produzione entro limiti soglia tollerabili, che non comportano il rischio di chetoacidosi.

Inoltre va precisato che la terapia chetogenica apporta si proteine (per altro di alto valore biologico), ma le quote apportate sono quelle considerate ottimali nell'alimentazione quotidiana: la dieta Chetogenica Non è una dieta Iperproteica.

I vantaggi della terapia Chetogenica:

  • Rapida ed efficace perdita di peso
  • Riduzione del senso della fame legata alla chetosi moderata (perché i corpi chetonici in qualità di Segnali agiscono a livello cerebrale sui sensi della fame/sazietà)
  • Mantenimento del trofismo e della massa muscolare
  • Benessere psicofisico
  • Migliore aderenza alla dieta (terapia personalizzata)
  • Efficace riduzione dell'insulino-resistenza e dell'infiammazione cronica
  • Forte effetto motivazionale
  • Migliora il quadro fisiologico in caso di Diabete di tipo II
  • Migliora il quadro fisiologico in caso di NAFLD (steatosi epatica non alcolica)
  • Migliora il quadro fisiologico in caso di Dislipidemie (La condivisione di un intermedio per la sintesi del colesterolo, spiega anche l'effetto ipocolesterolemizzante delle VLCKD)
  • Migliora il quadro fisiologico in caso di Ipertensione arteriosa
  • Migliora il quadro fisiologico in caso di OSAS - apnee notturne di tipo ostruttivo
  • Riduzione del rischio oncologico (in particolare a colon, mammella, pancreas, fegato) la cellula tumorale si nutre di zucchero ma non sa utilizzare i corpi chetonici a fini energetici quindi rallenta il suo sviluppo.

La terapia Chetogenica è controindicata:

  • BMI < 25
  • Insufficienza renale con eGFR < 60 mL/min/1,73 m2
  • Insufficienza epatica grave (non steatosi!!!)
  • Insufficienza cardiaca (valutazione rischio/beneficio)
  • Infarto miocardico o stroke cerebrovascolare recente
  • Aritmie cardiache (valutazione rischio/beneficio)
  • Gravidanza e allattamento
  • Diabete mellito tipo 1
  • Infanzia e adolescenza
  • Disturbi psichiatrici gravi
  • Scarsa motivazione e collaborazione del paziente

E comunque va ricordato: come ogni dietoterapia anche questa deve avere un suo inizio ed un suo termine, non è un regime nutrizionale che può divenire uno stile di vita, salvo che per alcune condizioni patologiche come l'epilessia dove questo tipo di alimentazione evita l'insorgenza delle crisi. In particolare il regime VLCKD, specie se seguito per la sola riduzione ponderale, si consiglia per periodi non superiori alle 8 - 16 settimane, poi occorre riequilibrare il sistema alimentare soprattutto in termini calorici. E' comunque ripetibile fino al raggiungimento dell'obiettivo finale.

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